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Quando gli Influencer diventano fashion designer

Da star di Instagram a creative director

Quando gli Influencer diventano fashion designer Da star di Instagram a creative director
Jeanne Damas in Rouje
Giorgia Tordini & Gilda Ambrosio, Attico
Giorgia Tordini & Gilda Ambrosio, Attico
Chiara Ferragni Collection SS15

Mentre qualcuno ancora si domanda, nel 2016, cosa facciano le fashion blogger e perché vengano pagate, il mondo del Web è andato avanti e ha lanciato altri fenomeni. Negli ultimi anni, uno in particolare si è imposto alla nostra attenzione, ovvero gli Influencer, figure chiave nella moda di oggi che popolano ogni vostra bacheca virtuale.

Confido nel fatto che voi lettori sappiate bene di chi sto parlando, ma, nel dubbio, ecco un breve recap: un “Influencer”, nel nostro caso specifico, è "un individuo che ha un'influenza du potenziali consumatori" stando a wiktionary.

In poche parole, gli Influencer sono tutte quelle persone fighissime che seguite, soprattutto su Instagram, che indossano sempre le ultime tendenze, lanciano nuove mode, hanno vite interessanti di cui volete sapere tutto e che, sorpresa!, vi vendono dei prodotti.

Nel nostro caso, nella categoria di Influencer possiamo includere tutte le fashion blogger, It Girls, stylist, ecc. che, con i loro outfit e consigli, sono fonte d'ispirazione per tutti i loro follower. Ogni volta che la vostra blogger preferita indossa un determinato abito, lei lo sta pubblicizzando e, in un certo senso, vendendo. 

Jeanne Damas in Rouje

È un po' un testimonial, che aggiunge, grazie a una qualche proprietà transitiva, i valori positivi della sua immagine pubblica al prodotto che sponsorizza. L'Influencer, però, è qualcosa di più, perché la sponsorizzazione non è “dichiarata”, è più sottile. Si presenta come “un consiglio da una cara amica”, o come quando la tua bff indossa un nuovo, favoloso abito e ti fa venire voglia di comprarne uno identico. 

Cosa succede quando questi Fashion Influencer acquistano più potere? Semplice: diventano stilisti

Consapevoli della propria importanza, influenza e sempre meno dipendenti da noti marchi, gli Influencer sono riusciti, col tempo, a crearsi un proprio self-brand, fino al punto di lanciare una propria linea d'abbigliamento. 

Ne sono una prova i brand, sempre più numerosi, fondati da alcune delle It Girls più seguite sui social. Il più noto è Chiara Ferragni Collection, la linea di scarpe della blogger italiana, lanciata nel 2013 e che oggi è venduta in più di 300 stores nel mondo.

Chiara Ferragni Collection SS15

E questo è stato solo l'inizio. Molti altri progetti sono nati, come il marchio Réalisation, lanciato dalle due Instagram-stars Alexandra Spencer e Teale Talbot. Anche la fashion icon parigina più seguita del momento Jeanne Damas ha la propria linea d'abbigliamento: si chiama Rouje Paris e in pochissimo tempo ha conquistato tutti noi, grazie ai suoi capi girly che sembrano usciti da un film francese anni Sessanta. 

Anche qui in Italia abbiamo le nostre It Girls imprenditrici, ovvero Gilda Ambrosio e Giorgia Tordini, seguitissime e amate dal pubblico per i loro look. Dallo scorso Febbraio le due amiche e partners in crime hanno lanciato la loro personale linea d'abbigliamento Attico, un mix perfetto tra eleganza, sensualità ed esotismo, che rispecchia lo stile delle due It Girls.

Giorgia Tordini & Gilda Ambrosio, Attico

Dunque, dopo i musicisti che diventano stilisti, oggi è il turno degli Influencers. Come per i primi, anche in questo caso sembra trattarsi di una mossa vincente. 

Era prevedibile che ragazze che hanno fatto della loro passione per la moda un vero lavoro e che, con i loro outfits, sono fonte d'ispirazione per i milioni di utenti che le seguono, lanciassero, prima o poi, i loro personali marchi d'abbigliamento. E così è successo.

Hanno tutte le carte in regola: visibilità e una solida base di fedeli fan che, molto probabilmente, acquisteranno i capi, contatti giusti per promuovere il loro brand, uno spiccato gusto estetico e conoscenza del mondo della moda e, in molti casi, una certa stabilità economica. Ma, soprattutto, sono riuscite a crearsi una propria immagine che è sinonimo di tendenza e stile, una garanzia anche per il loro brand.

Giorgia Tordini & Gilda Ambrosio, Attico

La domanda che sorge allora spontanea è: ne sentivamo il bisogno? 

Forse no. Non credo che questi brand o collaborazioni cambieranno il mondo della moda o lasceranno un segno indelebile nei nostri armadi. Tuttavia non fanno male a nessuno, quindi perché non accoglierli a braccia aperte?

Sono frutto di un mercato della moda sempre più accessibile, che permette a molti di poter proporre le proprie idee. Che gli Influencers siano avvantaggiati nel realizzare, promuovere e vendere i propri brand è innegabile, ma questo non vuol dire che danneggiano altri giovani fashion designer emergenti. 

Se, invece, storcete il naso dubitando dell'effettiva qualità di questi brand, questa è una faccenda che riguarda ogni singolo caso. Il fatto che dietro un abito ci sia una fashion blogger, e non uno stilista, non vuol dire che non si tratti di un prodotto scadente – i casi delle gemelle Olsen e di Victoria Beckham ci hanno insegnato molto. Anzi, ritengo che il fattore qualità possa essere un ottimo metro di giudizio per capire chi andrà avanti e chi, invece, resterà solo un ricordo di una breve esperienza come stilista. 

Se diventeranno degli stilisti affermati o se i loro abiti lasceranno solo il segno di una foto su Instagram questo non si può ancora prevedere. Ma, almeno, la prossima volta che qualcuno vi domanderà “ma cosa fanno gli Influencer?”, bèh, avrete una buona risposta plausibile.