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Illustrando l'NBA - Francesco Poroli e Stefano Marra

Do the right thing

Illustrando l'NBA - Francesco Poroli e Stefano Marra Do the right thing



Oggi “do the right thing” si prende una pausa dalle consuete storie NBA, e vi parla di qualcosa di diverso. Abbiamo il piacere di presentarvi due dei migliori illustratori d’NBA d’Italia, entrambi collaboratori di Rivista NBA, per distacco il miglior magazine italiano del settore. Chiediamo quindi a Francesco Poroli e Stefano Marra di parlarci del loro lavoro, del rapporto con l’NBA e tanto altro.
 Un ringraziamento obbligatorio va anche a Irene Papa, curatrice della rubrica #Passaporto su dlso.it, che mi ha iniziato nel magnifico mondo delle illustrazioni.





1- Ciao ragazzi, mi prendo la libertà di darvi del tu dai. Comincerei subito con una domanda sportiva, cosi, per mettere astio ad inizio intervista (rido). So che prima che illustratori d’NBA, siete due grandi appassionati, qual è la vostra squadra preferita ed il giocatore a cui siete piu affezionati? 

S- Certo che puoi darmi del tu! È difficile confessarlo in una stagione come questa, ma sono tifo per i Los Angeles Lakers. Il giocatore che preferisco è il Black Mamba, quello a cui sono più affezionato è Mason Rocca (che magari non è stato in Nba ma a Napoli mi ha emozionato come pochi).

F- Spiace partire deludentoti, ma non sono esattamente il grande appassionato di NBA che immagini... La seguivo (un po') da ragazzino e ora dal 2006 ci sono "dentro" per motivi professionali. Per questo temo di non avere una squadra preferita. Sul giocatore, invece è più facile: sarà banale ma Michael Jordan resta ineguagliabile, anche e soprattutto come paradigma umano. Mi sa che qui Stefano abbia fatto meglio di me, lui è uno che di basket ne sa.

2- C’è un momento che non dimenticherete mai?

S- La vittoria del titolo dei Lakers contro Boston, nel 2010. Urca, quante cose sono cambiate in soli 4 anni.

F-  Da ragazzo, il ritorno di Magic all'All-Star Game, dopo aver reso nota la sua sieropositività. Quei tiri da tre, il premio di MVP della gara, Stern che gli passa il microfono ("Magic, you're the most valuable player, the most courageous person..."), il suo sorriso. Indimenticabile.

 

3- Qual è, secondo voi, la cosa più intrigante ed interessanti del “contesto NBA? Cosa vi incuriosisce di più?

S- Secondo me la cosa più intrigante è proprio il contesto, l’Nba sembra qualcosa di surreale da tutti i punti di vista: dietro ogni singolo frammento di quello che vedi, c’è sempre una storia incredibile. Prendiamo Lance Stephenson (lo cito perché ho lavorato, con l’altro signore che stai intervistando, su di lui come protagonista dell’ultimo numero di Buckets per Rivista NBA e perché lo adoro): infanzia difficile a new york, un pazzo scatenato, snobbato al draft da 39 squadre e preso da Larry Bird (si, quel Larry lì, ora Gm a Indiana) che gli ha messo la testa sulle spalle e ora punta al titolo. Questo tipo di storie sono l’essenza dell’NBA e si ha la sensazione che accadano solo lì.

F- In linea di massima, tutto. E' un esempio di gestione del prodotto sportivo e di cultura sportiva che - ahimé - temo non avrà mai rivali qui da noi.

4- Quando avete cominciato ad illustrare l’NBA?

S- Sono un fan dell’Nba e del basket in generale (mi piace anche giocarci) dai 13-14 anni, disegno da sempre. Prima o poi le due cose si sarebbero incrociate, ed è successo grazie a Francesco, che ha visto un po’ di cose mie e ha deciso di mettermi in campo. Da quel momento abbiamo sempre cercato di collaborare, ed è sempre divertentissimo.

F- 2006, quando iniziammo a lavorare su Rivista Ufficiale NBA. Sono passate 87 chiusure, tutte in compagnia del mio direttore, my man Mauro Bevacqua.

5- Credo che tutte le illustrazioni siano come dei figli ma, una di cui andate piu fieri? Il figlio prediletto insomma.


S- Sono molto fiero dell’ultimo numero di Buckets, Francesco mi ha dato campo libero e mi sono divertito un sacco. Non saprei comunque scegliere, a distanza di tempo mi sono affezionato all’infografica di Russel vs Chamberlain (che è anche il mio primo lavoro per Rivista NBA).


F- Ci sono alcune cover di Rivista NBA che credo siano, se non le migliori, sicuramente le mie preferite. Te ne cito tre: Russell Westbrook sul numero 77 ,Generation Future con Lillard e Irving sul numero 77 e una che non è mai andata in stampa, con un typo-LeBron-James

6 -Qual è la maggior difficoltà che si incontra nell’illustrare l’NBA?

S- Beh, credo sia fondamentale avere un minimo di background su quello che si sta illustrando, ad esempio, quando ho realizzato l’infografica sulle multe ai giocatori Nba, ho cercato di riproporre le situazioni che avevo visto personalmente, come la storica scazzottata di Ron Artest a Detroit. Ecco, credo che se non conosci almeno un po’ di quelle storie, faresti difficoltà a rappresentarle.


F- Nel mio caso, dovendo disegnare una cover al mese da ormai quasi otto anni, direi lo sforzo di cercare ogni volta una diversa chiave di lettura. Ma come spesso accade, il bello sta proprio nella sfida. Mai sentito parlare di Michael Jordan?

7- Avete due stili differenti e quindi (immagino) anche due fonti d’ispirazioni diverse. Cos’è che ispira il vostro lavoro?

S- È la stessa Nba ad ispirarti, cosa vuoi di più? un contenitore di cose bizarre, gioco duro, fashion style e la sensazione che ogni sera si possa fare la storia dello sport. In più per ispirarmi mentre lavoro ci metto le rime di Notorious BIG, i De La Soul e i Tribe Called Quest.

F -Non sono convinto che io e Stefano abbiamo stili così differenti, almeno quando illustriamo con le nostre adorate forme geometriche e con l'altrettanto nostro e altrettanto adorato Illustrator. Cosa mi ispira? Tutto, grosso modo. Un film, una canzone, un dipinto, i miei figli, la mia vita? Potrei continuare all'infinito...

8- C’è un momento, o un immagine che vorreste un giorno illustrare? Penso al tiro allo scadere di Ray Allen in gara 6 delle scorse Finals o al mitico “Big Shoot Rob”.

S- Ce ne sono tanti, ma se devo sceglierne uno dico il momento della vittoria del sesto titolo di Michael Jordan e i suoi Bulls, lì penso che il mondo si sia fermato per un attimo.


F- Non succederà, temo, ma direi il sesto titolo di Kobe Bryant. 


9- La vostra jersey preferita? 

S- Difficile scegliere, per quella storica scelgo la rossa dei bulls anno 1998 nella finale Nba contro Utah (come fai a non scegliere quella?) Per quella attuale vado con la 24 gialloviola di Kobe, sono fedele fino all’ultimo :) .

F- Lakers, 32. Showtime, baby!

10 -Cos’è per voi l’NBA?

S- Oltre a tutto quello che ho già detto, per me guardare l’nba è come un’iniezione di fiducia, inconsciamente mi viene da pensare che se quei campioni riescono a vincere sfide incredibili e difficilissime, anche io, attraverso l’impegno e la dedizione, posso fronteggiare le difficoltà di ogni giorno (che poi è un po’ l’essenza del sogno americano :) )


F- In primis, un lavoro. Poi, uno spettacolo sportivo (e non solo) straordinario.