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Pillole di stile da Italia e Germania

In occasione delle nuova puntata dell'interminabile saga, riviviamo i momenti stilistici essenziali della rivalità

Pillole di stile da Italia e Germania In occasione delle nuova puntata dell'interminabile saga, riviviamo i momenti stilistici essenziali della rivalità

La storia d’amore tra adidas e la nazionale tedesca sembra durare da sempre. E in un certo senso è proprio così: è il 1980 infatti quando adidas produce per la prima volta le divise teutoniche, per la prima volta le tre strisce nere compaiono sulla maglietta bianca, rendendola un’icona calcistica forse senza uguali. Prima di allora però era stata l’Erima a vestire la Germania, un'azienda tedesca attiva nel campo dello sportswear dal 1900. Il fatto che l’Erima sia di proprietà di adidas ci permette di dire che sì, è da sempre che i tedeschi vestono adidas.

Continueranno a farlo anche durante la prossima Confederations Cup, la cui nuova divisa è stata presentata nella gara dell’11 novembre contro San Marino. Ha uno stile che richiama gli anni ’90, in particolare il motivo della maglia da trasferta del Mondiale italiano. Proprio quella maglia però è finita – insieme a tante altri aspetti – al centro della polemica tra Thomas Muller e San Marino. L’attaccante del Bayern infatti, dopo la vittoria per l'8-0 dei tedeschi, ha sbottato contro l’inutilità di squadre come il San Marino. La risposta è arrivata dal capo dell’ufficio stampa sanmarinese, con un lungo post su Facebook che suona più o meno così: «nonostante le belle divise adidas, resterete per sempre quelli con i sandali e i calzini bianchi».

Messa da parte la polemica però, la Germania si prepara ad affrontare l’Italia martedì 15 novembre, nella riedizione di una delle più iconiche sfide di sempre. Una rivalità che ha attraversato competizioni, finali, campioni e soprattutto divise.

Abbiamo allora raccolto alcune delle più belle maglie che hanno caratterizzato gli scontri tra Germania e Italia, partendo dal minimal dei primi anni ’80, fino ad arrivare ai colorati ’90. Quella del 2006 invece ce la ricordiamo tutti, no?