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A Netflix Anatomy - Stranger Things

Tutte le ispirazioni della serie cult

A Netflix Anatomy - Stranger Things Tutte le ispirazioni della serie cult

1983 Hawkins, Indiana.

Un ragazzino scompare.

Lo sceriffo lo cerca.

La madre, una meravigliosa Wynona Ryder, lo cerca.

E, soprattutto, lo cercano i suoi amici Mike (Finn Wolfhard), Dustin (Gaten Matarazzo) e Lucas (Caleb McLaughlin), aiutati da una strana ragazzina dotata di poteri paranormali, Eleven (Millie Bobby Brown).

La storia si dipana tra fatti inspiegabili, esperimenti segreti, forze soprannaturali, misteri, un mostro e l’ingresso per un universo parallelo, il sottosopra.

In mezzo ci sono Dungeons & Dragons, i Goonies, Stand by me, Alien e ET, Steven Spielberg, Stephen King, John Carpenter e tutta la nostalgia anni '80.

Matt e Ross Duffer, ideatori e registi di Stranger Things, ricreano sullo schermo uno spaccato di quel decennio, racchiudendo in 8 puntate la loro infanzia (sono nati nel 1984), i libri, i film, i giochi e l'aria, il mood che respiravano da ragazzini.

E' questo, insieme a un cast grandioso, che ha reso il loro lavoro la serie cult del momento: la pervasiva immersione nell’immaginario pop americano degli anni Ottanta, pieno di citazioni e rimandi alla cultura dell' epoca (tanto che scovarli tutti è diventato lo sport più diffuso online).

Curiosi? Se non l'avete vista siete ancora in tempo, prima che nell'estate del prossimo anno arrivi Stranger Things 2.

 

FEEL LIKE - Arthur Fellig, Mary Ellen Mark, Marc Cohen

La forza di Stranger Things sta nel riproporre lo spaccato di un'epoca talmente bene da fartene riuscire a sentire il sapore, gli odori, le sensazioni, meglio ancora se negli 80s si è stati ragazzini.

Arthur Fellig, Mary Ellen Mark, Marc Cohen, William Eggleston, William Klein hanno questo in comune con la serie di Netflix. Hanno il potere di ricreare l’essenza di una vita umana in un attimo con, come ha detto la scrittrice e fotografa statunitense Eudora Welty parlando di Eggleston, "fotografie straordinarie, efficaci, oneste, belle e implacabili".

 

DRESS LIKE: Gosha Rubchinskiy

Se c’è un designer che in questo momento incarna lo stile Stranger Things quello è Gosha Rubchinskiy.

Il suo mix di felpe, magliette, tute da ginnastica, giubbotti in denim che declina inflessioni sportswear con l'estetica delle culture giovanili della Russia post sovietica Ë il guardaroba perfetto per i ragazzi della serie più acclamata del 2016.

E poi c’è Barb: capelli color carota, occhiali maxi, mom jeans, bluse col fiocco, ruches, piumino celeste.

Questa nerd gentile sembra uscita (certo con un twist glamour in più) da una sfilata di Gucci firmata da Alessandro Michele.

La poveretta sparisce senza che quasi nessuno se ne accorga, destinata ad una brutta fine, ma il web la osanna al grido di #WeAreAllBarb.

 

THINK LIKE: Stephen King’s Different Seasons

Lo ha scritto in un tweet lo stesso Stephen King: guardare Stranger Things è come guardare un suo greatest hits.

All'interno della serie di Netflix le opere dello scrittore del brivido si intersecano, formando un unicum avvincente.

C’è It, in cui un gruppo di amici deve salvare la città da un mostro. C’è Firestarter con la ragazzina dai poteri paranormali, ma anche Christine, The Dead Zone, The Shining e altri. Si sente forte l'eco di The Body, racconto contenuto in Different Seasons al quale è ispirato il famoso film con River Phoenix Stand by Me. Proprio scene tratte da questa pellicola sono state recitate da centinaia di ragazzi durante le audizioni.

I fratelli Matt e Ross Duffer, creatori della serie, hanno ammesso al Wall Street Journal: “Quei film e quei libri sono stati una parte importante della nostra infanzia. Ciò che rendeva grandi quelle storie e le connetteva le une alle altre era l’esplorazione del punto in cui l’ordinario incontra lo straordinario”.

 

SOUND LIKE: The Clash, Should I Stay or Should I Go

Nella colonna sonora curata da Nora Felder ci sono hits di Foreigner, Joy Division, Jefferson Airplane, Joy Division, The Bangles, Echo and the Bunnymen, e Peter Gabriel, brani strumentali originali che ricordano il synthpop di primo piano negli anni '70 - '80 e una sigla ufficiale cantata dai Survive, ma l'inno di Stranger Things è "Should I Stay or Should I Go" dei The Clash. La canzone, scritta da Mick Jones nel 1981 e inserita nell'album "Combat rock", è il veicolo attraverso il quale Will, scomparso ed intrappolato nel sottosopra  manifesta la propria presenza al fratello maggiore Jonathan e alla madre che disperatamente ostinata cerca un indizio che smentisca la  morte del figlio e la aiuti a ritrovarlo.

 

TASTE LIKE: Eggo waffles

Durante la serie Eleven mangia: patatine fritte, il burger di Benny, gelato, Smarties, Pringles, mele, banane, noccioline, Bazooka Joe Gum, wafer, il polpettone di Mrs Wheeler, pudding al cioccolato, ma soprattutto decine di waffles Eggo.

Curiosità: sul set chiedono a Millie Bobby Brown aka Eleven quale gusto di gelato preferisca mangiare, lei risponde vaniglia, ma opta per quello che risulta più telegenico, cioè fragola. Peccato che l'attrice lo detesti e, dopo aver girato la scena, sia dovuta correre nella sua roulotte a vomitare.

 

LOVE LIKE:

 

Ok. I mille riferimenti, più o meno nascosti, alla cultura 80s, ma soprattutto c’è il legame tra Will, Mike, Dustin, Lucas e Eleven.

Gli amici di quando eravamo piccoli. L'amicizia, profonda, ostinata e sincera che si prova da bambini. Quel sentimento che ci unisce, facendoci sentire forti, impavidi e capaci di sfidare il mondo e le sue brutture.