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What the Mercurial: la più bella delle celebrazioni Nike

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What the Mercurial: la più bella delle celebrazioni Nike   New Sport Side

Sullo “Urban Dictionary” – una sorta di Oxford Dictionary per Millennial – alla parola Mercurial è associata questa descrizione: “veloce, rapido, specialmente in riferimento allo skating. Difficile, addirittura da vedere per gli avversa”.
Chiudi gli occhi, pensi al calcio, e ti immagini i più forti e veloci calciatori del pianeta sfrecciare per il campo come treni, difficili da notare figurarsi provare a stopparli. Ronaldo, quello “vero”, è un ottimo esempio di cosa significhi “mercurial” se declinato in ottica calcistica: un goal segnato al Compostela offre la perfetta sintesi visiva: Ronaldo è troppo (bravo) e veloce per essere fermato.

È allora facile capire perché, nel 1998, durante quei Mondiali che avrebbero dovuto sancire la sua definitiva consacrazione, la Nike scelse proprio il Fenomeno come volto della sua nuova linea di scarpini da gioco. Nascono, quindi, le prime Nike Mercurial Vapor; blu, gialle e grigie, che per la prima volta nella storia del brand puntavano con decisione a ridurre il peso della scarpa. R9, si chiamava, la scarpa passata alla storia anche per essere la prima signature di sempre in ambito calcistico.

Nel basket invece il meccanismo era già collaudato, con Jordan a far da capostipite. Da Nike Basketball (e da Nike Skateboarding), Nike Football ha preso in prestito un’altra idea, per festeggiare i 18 anni (e la maggiore età) della Mercurial. Nel 2012 viene rilasciata la “What the Kobe”, iconica signature della stella dei Lakers, che voleva mescolare assieme tutte le signature di Bryant rilasciate con Nike. Dello stesso tema narrativo, il “What the”, faceva parte il primo mashup di sempre di Nike, “What the Dunk”, quando vennero rivoluzionate le calzature da skate. Questa volta però è diverso, questa volta Nike ha deciso di assemblare non una singola linea di signature, ma la sua più famosa linea di scarpe da calcio di sempre, in un unico, incredibile, prodotto finale: “What The Mercurial”.

La linea base sarà rappresentata dalla nuova Superfly, lanciata da un mini-film da Cristiano Ronaldo oramai due anni fa. La prima versione di sempre delle Superfly (pre Nike Flykit Era) fu disegnata proprio da CR7 nel 2011, tanto da poter considerare il portoghese a tutti gli effetti il padre di quella signature.

È quasi ironico come i due calciatori che più di tutti hanno rappresentato perni di transizione importanti per Nike abbiamo sulla  casacca lo stesso nome, siano assimilabili alla stessa categoria di talento, e siano entrambi attaccanti. Perché la Mercurial è sempre stata vista come la scarpa dell’attaccante agile, veloce e che segna tanto. Per questo che in Italia ad esempio il testimone è portato avanti da Dybala ed El Shaarawy.

18 anni di storia quindi, che culmineranno in altrettanti colori, 4 diversi parti del logo Mercurial per crearne un unico cyborg sul tallone. I due lati avranno lo stesso design, ricavato da diversi inserti delle edizioni precedenti. Il maggior numero di colori mai utilizzato per una scarpa da gioco, manco a dirlo. A comporla quindi, ci sono gioiellini come la Superfly CR del 2010, quella disegnata dal Tinker Hatfield e ispirata alla Nike Air Safari dell’87. O la Match Mercurial, lanciata nel 200 come parte dell’Alpha Project.

Se state pensando di comprare una delle 3000 che Nike metterà in vendita dal 5 maggio, dovreste sapere che vi saranno consegnate nella “What the Box”, un particolare packaging pensato dalla compagnia dell’Oregon per rendere ancor più speciale la release. Infine, non una semplice busta, ma uno dei “sacchi”, resi iconici da Nike durante la campagna Total 90, e che finirono per condizionare un’intera generazione di adolescenti. La “What the Bag” avrà 4 diversi loghi Mercurial avanti, e l’intera timeline delle precedenti usciti sul retro. Dal 1998, al 2016, 18 anni di innovazione, attacco e velocità.