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Una settimana tra Snapchat & NBA

New Sport Side

Una settimana tra Snapchat & NBA New Sport Side

L’NBA è quel mondo dove in una settimana, giorno più, giorno meno, possono succedere così tante cose da ribaltare le credenze di una stagione intera, se non di una vita. Questo pezzo è cominciato quando LeBron James ha annunciato di essersi, finalmente, unito alla setta degli snapchatters e di aver aperto un account Snapchat. Ci sono state critiche, e polemiche. Perché solo qualche giorno prima LeBron pare aver defollowato su Twitter Kirye Irving, il suo partner in crime, e i Cleveland Cavaliers, la sua squadra. LeBron è solito azzerare la sua presenza social con l’avvicinarsi dei playoff, e le sue mosse di cui sopra sono sembrate alquanto in controtendenza.

Molto più semplice è la versione che vuole LeBron su Snapchat - nemmeno così attivo - grazie a DJ Khaled, guru musicale da qualche tempo trasformatosi in guru di Snapchat. La storia che ha portato il social istantaneo a un rapidissimo successo - in una determinata fascia di utenza - dopo il re-branding è semplice e veloce. Hassan Whiteside, centro dei Miami Heat, si trovava a casa di Khaled in Florida. Gli ha parlato di questo Snapchat, la sua app preferita, Khaled l’ha scaricata e ha ottenuto un seguito incredibile: 20 milioni di follower.

Khaled sta adesso cercando di restituire il favore all’NBA intera, endorsando diversi giocatori. Con LeBron, la pesca sarebbe molto grossa. Whiteside ha recentemente detto «devo a lui tutti i miei follower», e le 600 mila visualizzazioni giornaliere, il più seguito in NBA. «Credo che Snapchat sia uno straordinario modo per connettere i giocatori NBA con i loro fan, è come avere una telecamera puntata 24 ore su 24». Io dell’NBA sono un fan, e ho passato gran parte dell’ultima settimana, non giornata, a seguire i più attivi account dei giocatori (e di qualche squadra) NBA.

I giocatori NBA devono passare molto tempo in auto. Auto e camere d’albergo. La prima è quasi contro-intuitiva, per atleti sballottati ogni giorno in giro per l’America. E invece ci sono, e quello è il miglior momento per snapchattare. Lance Stephenson (born_ready23) è un tipo… esuberante, diciamo. Mercoledì sera, di ritorno dal palazzetto dove i Memphis Grizzles avevano appena finito di giocare, Lance ha indossato felpa dell’adidas e bandana e si è messo a cantare, offrendo ai suoi follower un intero campionario della musica più hot del momento: da Drake a Rihanna passando per Young Thug. Anche Draymond Green, jolly dei Warriors, gira spesso in macchina.


Seguendo Stephenson ho imparato anche che i giocatori NBA tengono particolarmente ai loro tagli di capelli. Li aggiornano in continuazione, e si immortalano dal barbiere, o prima di andarci. Altri, come Russel Westbrook (il secondo in classifica per numero di follower) chiedono addirittura consigli: braids? Or na?


In un intera settimana non sono riuscito a vedere neanche uno snap da Kevin Durant, pochi – e spesso molto intimi – da parte di Carmelo Anthony. Anche Boogie Cousins è stato stranamente silente. Di James Harden invece ho visto solo scarpe, dalla sua nuova collezione per adidas. Segno di quanto il Barba sia oramai diventato l’uomo azienda per eccellenza del brand tedesco in America, brand che – come tutti gli altri brand – ti insegna principalmente una cosa: vendi, il tuo prodotto, sui social. Agli ordini.


Parlavamo delle mille cose che possono succedere in NBA in una sola settimana. Per Kirye Irving, il defollow di Lebron non è stato che la punta dell’iceberg di una settimana social infernale. Pare sia stato scaricato in diretta Instagram dalla fidanzata Kehlani, ritornata con PartyNextDoor, rapper della scuderia Drake. Solo poche ore, e migliaia di titoli di giornale, dopo Tinashe ha provato il suicidio, pare proprio per lo stress emotivo causato dal gossip incessante. Brutta storia. Nel frattempo, i Cleveland Cavs coronavano il sogno di un piccolo tifoso di vedersi recapitato un autografo. Success.


Questo di Snapchat è un ottimo medium per l’NBA per portare tutti i suoi fan e appassionati dietro le quinte. Cosa mangiano i giocatori in aereo? Cosa mettono i giocatori in borsa per una trasferta? Come si comportano quando lo sono, trasferta? In trasferta a New York, l’NBA ha affidato l suo account al rookie di Indiana Myles Turner, per seguirlo in una serata pre-gara. Camere d’albergo, giro panoramico in taxi e un vero hamburger newyokese mentre si guarda il college basketball. A New York c’è stato anche Ric Flair, leggenda del wrestling a stelle e strisce. Non poteva non finire su Snapchat.


La folle settimana della NBA si è conclusa con il Russellgate. In breve: D’Angelo Russell ha ripreseo Nick Young (il nostro Swaggy P) mentre confessava d’aver tradito Iggy Azalea. Il video è finito in rete e ora tutti odiano Russell e nessuno si siede di fianco a lui in spogliatoio o gli passa la palla. Assurdo. Solo qualche ora prima l’account dei Lakers era impegnato a pubblicizzare la bobble head di Kobe Bryant.

Chiusura obbligatoria per le due snap-star più brillanti dell’universo NBA. Il già citato Whiteside e Larry Sanders

Il primo ha veramente colto tutta l’essenza del social, si diverte, fa le faccine buffe, interagisce con i suoi follower, guarda i cartoni animati. Whiteside è semplicemente il miglior spot di sempre per Snapchat.

Larry Sanders ha invece il nickname più bello (King Nappy, re dei pisolini) e anche se le sue foto sono leggermente meno scherzose e più creepy, riesce a coinvolgere tantissima gente quando se la ride con la sua nuova mascherina alla moda o compra i vintagissime cassette arcade.

Una settimana e più di 100 screenshot (tentati, riusciti e alcuni mancati) dopo l’impressione è che Snapchat sia nella NBA per restare, come prima di lui Facebook e Twitter. Ha portato il livello di interazione al prossimo step, ci ha immerso tutti nelle vite dorate, seppur con una parvenza di normalità, delle star NBA. Ora mi si è scaricato il cellulare. Alla prossima.