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James Franco

The game of males

James Franco The game of males

INDIE è la parola che ha scandito con le sue implicazioni più o meno culturali la scena musicale, artistica e cinematografica dei giovani “impegnati” durante la prima decade del duemila. L’indie secondo i suoi preccetti ed aplomb inglese ha poi educatamente fatto spazio al suo  grossolano e frivolo cugino americano: L’Hipster al cui solo pensiero ormai ci si arrotolano gli alluci nelle Dr. Martens.

L’ Indipendent è quindi stato un movimento, per la sua stessa natura etimologica, distaccato da tutto ciò che fosse mainstream: questo fino a quando è arrivato James Franco, e ha mandato tutto questo idillio radical a “scatafottersi”. Armato di camicia a quadri e magliette girocollo slabbrate, James ha tatuato parole come Tribeca e Sundance Film Festival, fino a qualche tempo fà rilegate alla nicchia cinefila, nella mente di teenegers e giovani casalinge, strappando la copertina sotto cui si nascondeva il mondo del cinema impegnato.

 

Il giovane Attore ed Autore californiano nato sulle colline di Palo Alto, a pochi chilometri dalla sede di Mr. Zuckerberg, ha scalato le luci della ribalta nei primi anni del duemila, ottenendo l’agognato successo per la sua interpretazione di Harry Hosborn nel primo Spiderman del 2002. I riflettori si accendono, Mr Franco è tenace, gli obbiettivi cinematografici vanno di pari passo con la formazione universitaria, quindi la Laurea, coronata da un Master a Yale in letteratura Inglese. Da questo momento finalmente James Franco può dare libero sfogo alle sue libidini alla regia più estrema, il cinema indipendente “ringrazia”. Un fulmine nel cielo, dal 2005 ad oggi ha all’ attivo 12 opere da sceneggiatore e più di 17 titoli alla regia, inclusi cortometraggi e documentari, come The Director (2013), esegesi sulla figura di Frida Giannini, Art Director di Gucci, che nel 2007 lo volle come testimonial del Brand Fiorentino.

Franco però non abbandona mai la sua passione per la ribalta, cimentandosi in interpretazioni di spessore come Strafumati (2008), che gli permetterà di ottenere con facilità il premio della rivista High Times di “Drogato dell’Anno”. Lo scorso anno invece abbiamo avuto modo di apprezzarlo nei panni dello spacciatore Alien nel film Spring Brekers, pellicola in cui Franco divide lo schermo con un nutrito gruppetto di ex teenagers prodigio di casa Disney dedite ad alcol e droga nella Miami delle vacanze di primavera.

E’ sempre il mondo giovanile a condurci all’ultima fatica letteraria di Franco Palo Alto, di questa opera è stata presenta la trasposizione cinematografica alla mostra di Venezia e ovviamente al Sundance Film Festival. Il libro è un romanzo del genere di “formazione” che affronta le problematiche secolari di un gruppo di giovani della cittadina californiana di Palo Alto. Franco da molto si batte per creare spazi di esperssione per giovani talentuosi ma sconosciuti e con poche possibilità, la regia di questa trasposizione è stata quindi coerentemente affidata ad una giovane regista emergente classe 87: Gia Coppola, nipote di Francis Ford e Sofia Coppola, che avrà occasione di dimostare i suoi talenti.

Nelle ultime settimane è stata ancora una teenage a permettere a Franco di aprire al mondo i nuovi orizzonti delle possibilità date dai social media, l’attore a così candidamente dichiarato di aver provato ad adescare una fan diciassettenne su Instagram, la quale dimostrando a sua volta l’efficienza della compenetrazione fra social ha postato tutto su Facebook, facendo esplodere lo scandalo in poche ore. La faccenda però non convince i più scaltri, che hanno additato la vicenda come un operazione di “marketing” (Dio benedica l’America) nella promozione del film della Coppola, dove lo stesso Franco interpreterà un professore problematico, che adesca le sue studentesse liceali.

Intanto il nostro incorregibile artista continua ad intrattenere i suoi fan pubblicando sul suo profilo di Istagram (ormai più affollato di post dell’ account di Misses Delevigne) l’immagine parodizzata della copertina di Vogue America, su cui al posto dei volti degli futuri sposi West e Kardashian, spuntano le teste di Franco  e del suo migliore amico e comico Seth Rogen.

L’Indie è morto, lunga vita all’ Indie.