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Due unici grandi amori

L'amore per il calcio e per la musica non sono poi così diversi

Due unici grandi amori  L'amore per il calcio e per la musica non sono poi così diversi

Totò ce lo disse diverse anni fa con la sua “’A livella”, dove il marchese signore di Rovigo e di Belluno vantava la fama di eroe e la sua tomba era arricchita da una corona, candele, candelotti e sei lumini. Ma di fianco c’era Esposito Gennaro, il netturbino: la morte appiana. C’è una sorta di appagante sicurezza nell’idea che vi siano alcuni concetti guida, alcune circostanze, che riducono ognuno di noi ad un livello base, ad un punto che è sia partenza quanto punto di arrivo. La morte è sicuramente una di queste congiunture. È quella, non c’è via di scampo, sei morto, che tu sia Gennaro o il marchese. Ma sarebbe ben lontano dal soddisfacente pensare che si tratti - lo stato di fine – dell’unico momento in cui siamo tutti uguali. E per fortuna non è così.

È cosa certa che quello che si trova sul prato, quello che fa la giocata, muove ogni singolo muscolo per Gennaro il netturbino come per il marchese. Ed è certo, e così per sempre sarà, che Gennaro il netturbino è importante come e quanto il marchese quando le urla devono rompere la tensione silenziosa che precede la rete. La morte come il calcio; in un certo senso è un eufemismo adeguato, quasi uno scherno irriverente che aggiusta quanto di brutto c’è nel concetto di fine. Ma se dobbiamo scegliere qualcosa che ci renda uguali in tutto e per tutto a personaggi celebri, allora optiamo per il calcio.


Elton John – Watford – Crocodile Rock

Chi l’avrebbe mai detto che un giorno ci saremmo ritrovati con una coppia degna di un romanzo di Pennac come Mazzarri ed Elton John? Nemmeno nelle più malsane fantasie sarebbe pensabile una cosa del genere. Eppure risulterebbe interessantissimo e degno di uno studio sulle interazioni sociali assistere ad uno scambio di opinioni calcistiche tra i due, partendo da contorsioni linguistiche del tecnico livornese. Eppure il musicista britannico ha permesso ai “calabroni” addirittura un primo affaccio alla Premier League, prima di diventare un semplice riferimento, una sorta di primo tifoso. Dapprincipio, però, prima di estrinsecare questo suo sconfinato amore per gli Hornets, Sir Elton amava mettersi degli zatteroni e vestirsi da pappagallo, probabilmente in virtù della futura conversione in Donald Duck. E nel 1973 faceva uscire un pezzo che oltre a dimostrare come Jerry Lee Lewis non fosse l’unico ad usare il pianoforte per fare grandissimo Rock&Roll – anche se “The Killer” ci faceva l’amore – chiarì con la prima prima frase un concetto fondamentale: “I remember when rock was young”. E quando si è giovani è tutto molto meglio.


Katy Perry – West Ham – I Kissed a Girl 

Sono numerosi i tifosi celebri degli Hammers, alla fine eravamo rimasti con due nomi tra cui scegliere: Katy Perry ed Alfred Hitchcock. E non pensate sia stata l’impronta del pezzo, che richiederebbe di orientarsi verso chi fa musica, a farci scegliere lei, ma è stata proprio la visione della cantante in corpetto e shorts del West Ham che ha avuto un effettuo persuasivo devastante. Come emozionante, oltre che di un’ingenuità evidentemente sintomo di ammiccante non sincerità, è il verso di “I kissed a girl” in cui si dice “I hope my boyfriend don’t mind it”: Katy, facciamo i seri.


Massive Attack – Napoli – Angel

Poche cose devono essere soddisfacenti come essere definiti inventori di un genere musicale. Ma Robert "3D" Del Naja e Grant "Daddy G" Marshall hanno proprio la faccia di quelli che se ne importano poco o nulla di essere individuati come i fondatori del “trip hop”; e del resto quando riesci ad inserire nello stesso pezzo – come succede in "Angel", dove Marshall recita tra l’altro – un beat hip hop, un arpeggio di rock psichedelico, il synth d’ambiente, una voce che ripete “love you” come un mantra ipnotico e perfino il rumore che ti avverte della portiera dell’auto rimasta aperta, vuol dire che essere inserito in una sola categoria, anche come fondatore, ti rompe un po’. Se poi il pezzo viene anche utilizzato da Guy Ritchie nel suo supercult “Snatch”, come ci si può non innamorare? Del Naja proviene da una famiglia campana, ed è un tifoso sfegatato del Napoli, ma soprattutto un attento osservatore di cosa siano il calcio ed il tifo: l’anima di un popolo.


Johnny Rotten – Arsenal – Rise

Sid Vicious era così un pessimo bassista che non ce la sentivamo di scegliere un pezzo dei Sex Pistols, e quindi abbiamo preso un brano della seconda band di John Lydon, i Public Image LTD; ma potremmo sbagliarci o essere nel giusto, come recita lo stesso pezzo. Il video è emblematico di come Rotten abbia preso in giro un po’ tutti da quando è arrivato in scena – recita la parte del mezzo matto, che ha però dei chiari ed emblematici momenti di lucidità, in quella giacca di diverse taglie più grandi che sembra quasi una camicia di forza. E che abbia canzonato il grande pubblico è dimostrato dal fatto che sia sopravvissuto ad una delle forme più estreme di stile di vita: se sei punk fino al midollo ti dovresti consumare e non arrivare a sessant’anni. Il pezzo sembra un brano da B-Side di un disco dei The Cure, quello che Robert Smith ha scartato come singolo perché mancava uno strumento a fiato. Rotten – che con il passare del tempo assomiglia sempre di più a Maurizio Arcieri dei Krisma – è da sempre un tifoso accanito dei Gunners, di quelli che pretendono uno stadio intero sullo stile dei concerti, ovvero tutti in piedi e nessun posto a sedere. Come dargli torto.

 

Serge Pizzorno – Genoa – Goodbye Kiss

Pizzorno sembra un George Best dimesso, il che è paradossale per una chitarra solista, nonché mente, di un gruppo rock. Eppure se vediamo le immagini di Sergio che entra a Marassi, indossando la maglia del Genoa, non notiamo altro se non una sagoma gentile e garbata che saluta la tifoseria più antica d’Italia. Ed è irrilevante se la città natale del gruppo sia Leicester, dove un miracolo calcistico è avvenuto da poco, perché Pizzorno ha avuto uno zio Gianni che dall’età di 8 anni gli ha trasmesso l’amore per i rossoblù. Ed in mezzo a tutta questa delicatezza e romanticismo non ce la sentivamo di scegliere un pezzo di ritrito rock psichedelico copiato da qualcosa che i Beatles avevano fatto già negli anni 70’, ne optare per roba che riguardi Vlad l’impalatore. A noi piacciono le ballate romantiche, quelle dove il frontman fa il segno del cuore con le mani. Quelle che parlano dell’amore ineluttabile, “It all kicked off, I had no choice”, lo stesso amore che proviamo tutti noi per il calcio.