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Fate la conoscenza di Guerrilla F.C. e dei loro nuovi kit

Abbiamo intervistato il team che promette di rivoluzionare la cultura calcistica di Washington D.C.

Fate la conoscenza di Guerrilla F.C. e dei loro nuovi kit Abbiamo intervistato il team che promette di rivoluzionare la cultura calcistica di Washington D.C.

Si potrebbe descivere l'azione del Guerrilla F.C. in tanti modi, ma tutti partono da una idea fondante: quella di rivoluzione. Il Guerrilla F.C. è una squadra di calcio sui generis, come tante ne stanno nascendo in questo periodo - stiamo provando a raccontarvele tutte - di base a Washington D.C. Nel giorno dell'unveiling dei loro kit, abbiamo raggiunto Justin Salhani, il fondatore, per farci raccontare la loro genesi e le motivazioni dietro questo progetto. Vi mostriamo anche in esclusiva i loro nuovi kit camo. 


Quando è nata l’idea di Guerrilla FC, e perché avete scelto proprio questo nome?


Guerrilla nasce nel maggio 2016. Sono cresciuto a Washington DC, ma sono andato via presto, subito l’università. Nel 2015 poi, sono tornato a DC e ho cominciato a cercare una squadra di calcio. Il problema di Washington però, è che la maggior parte delle leghe calcistiche di buon livello e la maggior cultura calcistica si trovano fuori dalla città. A maggio, durante la mia festa di laurea, insieme a quattro amici abbiamo cominciato a discutere del nostro club calcistico “ideale” e di come avremmo potuto crealo. Uno dei quattro giocava con il Nowhere FC a New York, mentre gli altri mi hanno aiutato a fondare Guerrilla FC.

Il nome invece deriva dalla vocazione di Washington, una città fondamentalmente politica. Ci sono diverse persone che amano il calcio a DC, ma fondamentalmente viene trattato come altri sport. Volevamo cominciare una rivoluzione, il nostro obiettivo è portare a Washington una cultura che fonda moda, cultura, passione, design e utopia, una estetica di calcio brillante.

C’è un doppio significato: siamo dei guerrieri che cercano di cominciare una rivoluzione nella capitale degli USA. Potete seguirci al nostro website.


Quali sono le maggiori ispirazioni dietro Guerrilla?

Siamo ispirati dalla moda, dall’arte, il design e dal grande football. La gran parte dei nostri giocatori sono fan dell’Arsenal o del Barcellona (qualcuno del Liverpool, Manchester United e uno della Juventus). Quindi cerchiamo di combinare swag e stile, sia dentro che fuori dal campo. 

Tra poco ospiteremo un piccolo torneo a DC, e il nostro obiettivo è lanciare una vera e propria lega. Vogliamo creare qualcosa che si integri con una realtà già esistente. La maggior parte delle lege a DC non hanno anima, noi vogliamo che ci siano dei club con una storia, con dei fan, con una cultura che li circonda. Vogliamo dare alla gente qualcosa di cui poter sognare.

 

Parlaci dei vostri kits, a cosa vi siete ispirati nella realizzazione?

I kits sono stati disegnati da Queen Guerrilla, la nostra designer Carine Mechref (che è anche mia moglie). Alcuni degli elementi inoltri sono stati introdotti dal nostro Direttore Creativo Travis Akiwowo e dal co-fondatore di Guerrilla Julian Forte.

Sono dei kit della Macron, un brand molto attento al nuovo trend fashion  del calcio. Sono stati super, e hanno lavorato con noi seguendoci passo dopo passo nella realizzazione della maglia che volevamo: scala di grigi, camo e slim fit. Un grande grazie ai ragazzi di Macron Connecticut per questa collaborazione.

Sulla shirt si può vedere il nostro badge, disegnato da Khoi Bi Phan della Nowhere FC. Al posto dello sponsor invece abbiamo una stampa d’orata di ICI – che sta per Infliltrate. Create. Influence (il nostro motto). Attorno alla C di ICI (che in francese significa “qui”) c’è un cerchio bianco e le parole: ici c’est la jungle. In francese questo significa “Questa è la giungla”. Il cerchio d’orato credo ci differenzi parecchio e rappresenta la nostra natura caotica e un po’ sovversiva, così come lo stile che cerchiamo di mostrare sul campo. Sulla manica sinistra invece, un piccolo lampone che ricorda la geografia di DC con tre stelle sotto. Il numero sul back invece è un moderno rendering in chiave fashion. Non tanti team stampano i numeri dall’alto al basso, mente la mancanza dei nomi dei giocatori è richiesta dallo spirito collettivo del nostro gruppo, una rivoluzione egualitaria.

 

Ci sono diversi progetti che ora si concentrano sulla versione “fashion” del calcio. Voi che idea vi siete fatti?

Credo che il calcio sia un’arte, e l’arte evoca sempre emozioni nelle persone. Ci da un senso di appartenenza al nostro club che non esiste d’altre parti. Io so che , per noi, la moda e l’avere un forte set di valori ci ha aiutato a crescere più velocemente. Le persone sono attratte dalla creatività del nostro club. Ci sono molti buoni club a DC, ma nessuno come noi.

Inoltre, credo sia salutare per il gioco. Siamo tutti connessi in una community globale. Abbiamo amici a Parigi, Londra, Newcastle, New York, Tokyo, Seul, Kuwait, Beirut, Milano, Philadelphia. Non abbiamo mai giocato insieme, ma le nostre passioni comuni ci hanno unito