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The Bobbito's shoes

The Basketball's Disease

The Bobbito's shoes The Basketball's Disease

"No más, no más.

That's what the defense is sayin'.

They can't take it anymore.”

Nella Mecca del basket mondiale non c’è un canestro che non abbia ascoltato questa frase. Nella Mecca del basket non c’è un asfalto che abbia sentito l’attrito delle sue scarpe. Una volta l’ho visto entrare da Miss Mamie's Spoonbread Too sulla 110th street, ad Harlem, con ai piedi delle Pro Keds, una scarpa che conoscono in pochi perché "fuori epoca”, ma a New York tutti sanno chi la indossava. La usavano Pistol Pete Maravich, Kareem Abdul-Jabbar, Willis Reed, Nate “Tiny” Archibald, Jojo White, Lou Hudson, ma sopratutto il pioniere di questo splendido gioco: George Mikan. Quindi questa è la Scarpa di New York, senza mezzi termini.

«It’s the J-U-ICE!» come lo pronuncia lui, sia quando fa canestro o quando passa un disco mentre suona, sia quando è speaker alla radio. Qui lo conoscono come "Kool Bob Love”, o meglio "Bobbito the Barber”, o meglio ancora "DJ Cucumber Slice”. Ma all’anagrafe è semplicemente Robert "Bobbito” Garcia, colui che mi parlò di quell’episodio già scritto su Conrad "McNasty” McRae. Le scarpe che indossa sono quelle che la marca gli ha dedicato e personalizzato con un edizione limitata per il loro 30esimo anniversario. “The Legend” senza mezzi termini, è attualmente il collante in vita che lega il basket di strada e l’Hip-Hop/Rap o la Black Music.

Da ragazzo ha frequentato la Lower Merion High School, la stessa che anni dopo darà la luce ad un talento col nome di Kobe Bryant. Dal primo giorno che le sue mani hanno toccato un pallone da basket, ha iniziato a collezionare scarpe in maniera maniacale. Infatti poi pubblicherà un libro dove spiega la provenienza di ogni singola scarpa e dove l’ha vista o chi l’ha indossata a NYC. La Bibbia si chiama: "Where'd You Get Those? New York City’s Sneaker Culture: 1960-1987". Qui racconta anche come il leggendario DJ Kool Herc guadagnò il suo soprannome sul White Playground ad East Harlem.

Il suo tocco sui dischi, il suo tocco sul cuoio del pallone, il suono dei suoi polpastrelli insieme ai suoi movimenti ritmici, lo rendevano e lo rendono un giocatore incantevole. Aveva un “Boogie-Ball” che pronuncia ancora solo lui. Molto più ipnotico, però, è il programma radiofonico che conduceva con il suo amico di sempre, Adrian Bartos, aka Stretch Armstrong, sulla WKCR 89.9FM. Senza questo programma la storia musicale non avrebbe mai avuto Nas, Big Pun, Jay-Z, Busta Rhymes, Fat Joe, Cam'ron, DMX, Wu-Tang Clan, Fugees, Talib Kweli, Big L, The Notorious B.I.G., MF DOOM, MF Grimm, Kool Keith, Cage, Eminem e molti altri.

 

Come spunta un po’ di sole primaverile, allacciate le vostre scarpe preferite, mandate in play un episodio di The Stretch Armstrong and Bobbito Show, con il pallone tra le mani andate sul primo playground e tirate “From Diddy-Wah-Diddy” (Harlem slang). Vi sentirete molto vicino ad Harlem, anzi, ci sarete proprio. Ah, dimenticavo, anche la Nike gli ha dedicato una scarpa per i 25 Years Ago delle Air Force 1. Sono le preferite di Rasheed “Ball Don’t Lie” Wallace e se sei uno sneakersheads non puoi non averle.