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The Get Down's Anatomy

Tutte le ispirazioni dietro la serie

The Get Down's Anatomy Tutte le ispirazioni dietro la serie

1977. Bronx. New York.

Un gruppo di ragazzini alla scoperta del mondo.

Marcus "Dizzee" Kipling (Jaden Smith, il figlio di Will Smith) è un writer che passa il tempo a fare tag psichedeliche, come il suo mito Shaolin Fantastic, spacciatore/graffitaro con aspirazioni da DJ.

Mylene Cruz (Herizen Guardiola) sogna di diventare una star della disco music, ostacolata dal padre, un pastore ultra-bigotto.

Ezekiel "Zeke" Figuero (Justice Smith), detto "Books", talento naturale per le rime e cuore tormentato dall'amore per Mylene, sopravvive un giorno dopo l'altro tra le zone grigie del Bronx, il desiderio di riscatto e le scorribande con gli amici. Un giorno si imbatte in Shaolin Fantastic e la sua vita cambia.

Con l'aiuto del padrino dell'hip hop Grandmaster Flash (Mamoudou Athie) e di un pastello viola, i due scoprono il segreto del 'get down beat' e, con esso, il desiderio di emergere dalla strada come MC e DJ, insieme a 'I Fantastici Quattro Più Uno', la crew formata con gli amici di infanzia.

Tra bombolette spray, case che vanno a fuoco, gangster e gang, un quartiere decadente comandato dalla criminalità, aspirazioni e rime nasce The Get Down, la serie di Netflix creata da Baz Luhrmann e Stephen Adly Guirgis e prodotta da Nas e Grandmaster Flash.

La vera protagonista? La musica, con la mitologia sotterranea dei DJs agli albori dell'hip hop e del rap.

 

FEEL LIKE: Jamel Shabazz, Joe Conzo

"Mi ricordo di essere stato a Parigi e di aver visto questa immagine di Jamel Shabazz", racconta Baz Luhrmann parlando del fotografo che, documentando la cultura giovanile della New York degli anni '70 con il suo mix di violenza, edifici fatiscenti e povertà, ha ispirato The Get Down, "Volevo esplorare come questi ragazzini che vivevano nel Bronx con tali difficoltà siano riusciti a creare questa forma d'arte che ha cambiato la cultura di tutto il mondo."

Shabazz, che recentemente ha realizzato la campagna di Puma com Kylie Jenner, ha immortalato per oltre 40 anni (ha cominciato a soli 15 anni) la New York urbana, la sua gente, le sue strade, il suo ritmo. Insieme a Joe Conzo e Ernie Paniccioli, è considerato il primo fotografo hip hop.

 

DRESS LIKE: Grace Wales Bonner, Halston, Gucci, Diane von Furstenberg

Le costumiste Jeriana San Juan e Catherine Martin, moglie di Luhrmann, hanno ricostruito ogni dettaglio, abito, pantalone, giubbotto, orlo, in modo maniacale, mettendo insieme un archivio di capi seventies talmente grande e favoloso da diventare protagonista di un account Instagram @thegetdowncostumes.

Per la nuova serie di Netflix, Halston, Diane von Furstenberg e Gucci hanno aperto i loro archivi, mentre Puma, Converse, e Pro-Keds hanno rigenerato alcuni modelli di sneakers appositamente per lo show, come le iconiche Puma rosse in suede di Shaolin Fantastic.

Ci sono pezzi vintage ed altri nuovi (perfetto sarebbe lo stile di Grace Wales Bonner) che evocano il mood del periodo, rintracciati cercando in negozi e mercatini delle pulci, studiando gli scatti di Joe Conzo e Jamel Shabazz, ma anche il guardaroba di Grandmaster Flash e i cataloghi 1970-1980 di Sears, JC Penney e Montgomery Ward.

Alcune curiosità: lo splendido abito in lamè indossato da Mylene per la sua serata a Les Inferno è un evidente omaggio a Halston e ai look visti allo Studio 54; nel suo esordio sullo schermo Yolanda Kipling sfoggia un originale abito Diane von Furstenberg; alcuni capi sono stati customizzati da Pink Lady, uno dei più famosi writers dell'epoca.

 

THINK LIKE: "Jamel Shabazz: Back In The Days Coloring Book"

Certo, c'è la biografia scritta da Grandmaster Flash con David Ritz intitolata "The Adventures of Grandmaster Flash: My Life, My Beats", ma se c'è un libro che incarna lo spirito di The Get Down quello è "Jamel Shabazz: Back In The Days Coloring Book", edito da Power House Books.

La versione illustrata della bibbia della street culture newyorkese è ipercool, un modo alternativo e creativo per far emergere i colori dello stile hip hop.

 

SOUND LIKE: "The Adventures Of Grandmaster Flash On The Wheels Of Steel" Grandmaster Flash and the Furious Five

Il get down beat. 

E' questa la rivoluzione di Grandmaster Flash che dà il titolo alla serie di Luhrmann: due dischi, suonati uno dopo l'altro, che ripetono in modo continuo lo stesso pezzo di una canzone, quello con il giusto beat.

Il DJ, che è anche produttore di The Get Down, con questa nuova tecnica ha cambiato il destino della musica, inventando un genere che è ancora oggi parte delle nostre vite e dei nostri ascolti, grazie a nomi come Notorious BIGTupacPharrell WilliamsKanye West and Jay Z.

La colonna sonora della serie testimonia lo spirito dell'America negli anni Settanta e comprende funk, rap, disco music e ritmi latini, Earth Wind & Fire, Marvin Gaye, Curtis Mayfield,The Temptations, The Supremes e un inedito di Nile Rodgers cantato da Christina Aguilera. 

The Get Down è saturo di musica che travalica i confini del mero commento sonoro per essere protagonista assoluta, al pari di Zeke e  Mylene.

Il momento più interessante? L'intro di ogni puntata con le rime di Ezekiel Figero adulto, interpretato da Nas, che ripercorrono le vicende dei precedenti episodi.

 

TASTE LIKE: Classic Hamburger

 

LOVE LIKE: Baz Luhrmann's aesthetic

 

The Get Down è un progetto ambizioso (ogni episodio è costato circa 10 milioni di dollari), saturo di immagini, colori, musica, moda, vita, sogni, ispirazioni. 

Saturo della New York fine anni '70. 

Uno stile visivo debordante, smisurato, che affonda le radici nella cura maniacale dei dettagli, a volte volutamente anacronistici, nell'ossessione, sempre in bilico tra dramma ed ironia. È il marchio di fabbrica del regista australiano. O si ama o si odia. Non ci sono vie di mezzo.

Dopo aver visto le prime sei puntate della serie di Netflix – le altre arriveranno nel 2017 –, lo spettatore respira quello che si respira nel South Bronx, il desiderio di riscatto e i sogni di Mylene, Zeke e DJ Shaolin. Ogni fibra del suo essere diventa parte della storia e si muove a ritmo hip hop. 

A The Get Down si perdona l'impianto narrativo imperfetto, frammentato perchè gli occhi si perdono nell'estetica di Luhrmann e per una volta questo basta. 

E poi ci sono musica e rime pazzesche.