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Shia LaBeouf I Was Raped During My #IAMSORRY Exhibition

Shia LaBeouf I Was Raped During My #IAMSORRY Exhibition

Un rapporto virtuale, nato sul web e terminato con un incontro tacito ma denso di significati. Shia LaBeouf ha contattato così Aimee Cliff, giornalista di Dazed, chiedendole di iniziare "un nuovo gioco insieme". La richiesta era semplice e consisteva in uno scambio virtuale di pensieri, sensazioni ed esperienze, un confrontarsi tramite email che avrebbe dovuto confinarsi in quella dimensione astratta ed inafferrabile che è la rete. Motivo per il quale, quando si sono dati appuntamento, dopo mesi di corrispondenza, nella camera d'albergo a Londra di LaBeouf, non una parola è uscita dalle loro bocche. Solo due Gopro a filmare per un'ora due figure sedute una davanti all'altra, immerse in un'atmosfera talmente intima da rendere qualsiasi discorso superfluo. Non una semplice intervista, piuttosto un incontro metamodernista.

Una delle domande via email tra Shia ed Aimee riguardava #IAMSORRY, la performance organizzata da LaBeouf che lo ha visto trascorrere cinque giorni consecutivi seduto in una galleria d'arte, incontrando senza poter interagire ed agire, uno alla volta, varie persone libere di fare tutto ciò che avrebbero voluto fare con lui. 

INTERVIEW from Rönkkö / Turner on Vimeo.

«Una donna è venuta con il suo ragazzo, che è rimasto fuori dalla porta. Mi ha frustato le gambe per dieci minuti, mi ha spogliato e mi ha stuprato. Poi se n'è andata via, con il rossetto tutto sbavato, dal suo fidanzato, che immagino sia rimasto parecchio sconvolto. È successo quando c'erano centinaia di persone, è stato davvero terribile. Non solo per me, anche per lui». 

Potete trovare l'intera intervista riguardo l'agghiacciante confessione su Dazed