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Give me five: the best 5 moments of MFW

Milan Men Fashion Week FW17

Give me five: the best 5 moments of MFW Milan Men Fashion Week FW17

La fashion week milanese è già finita. In questi giorni sulle passerelle si sono alternate diverse declinazioni del concetto di "stile maschile". Se su tutte sembra vincere l'ispirazione militare, c’è spazio per riflessioni sulla società contemporanea come da Prada, che invoca un ritorno a semplicità o come Moschino dove Jeremy Scott affianca affreschi rinascimentali a battaglie intergalattiche. Marras ripercorre la sua storia creativa raccontando una favola tra ammiragli napoleonici ed ufficiali zaristi. Silhouettes rilassate, capi spesso oversized e stropicciati disegnano i contorni di una nuova figura maschile, più disinvolta ed easy, ma sempre cool come sottolineano le proposte del giovane marchio Sunnei. 
Quali sono, dunque lo show e la collezione migliori? Qui sotto i 5 nomi più interessanti per noi di nss.

#1 Prada


“Basta con le esagerazioni e gli eccessi, sento che c’è bisogno di semplicità e di modestia per combattere la violenza che ci circonda. Le esagerazioni hanno stufato, il potere deluso, la violenza imperversa e anche nella moda c'è un'esigenza di verità, semplicità, modestia”
. Parola di Miuccia Prada. Tutto diventa chiaro quando nello spazio milanese di via Fogazzaro allestito con panche spartane, tavoli da cucina in formica e letti, inizia lo show e compare un modello vestito con un golfino a V grigio, camicia oxford azzurra e pantaloni di velluto beige. È la prima nota di un inno alla semplicità composto da trench seventy, blazer di nappa,  bomber in tweed, pull con disegni naif o motivi geometrici, completi di velluto a coste, sciarpe all'uncinetto, 24 ore squadrata, borsello in pelliccia e scarpe in pelliccia Nanook con pompon. L'elemento sovversivo? La collana fatta con rametti o conchiglie raccolti sulla spiaggia. Così il supremo snobismo della designer, che le permette di elevare a lusso estremo anche il dettaglio più banale, trasforma una collezione potenzialmente neo hippie in una ricerca di libertà anti moda.

#2 Antonio Marras


Arte e moda. In Antonio Marras queste due entità si fondano con naturalezza dando vita ad un ibrido affascinante, incantevole, irresistibile. Ogni collezione rivela tutta la bellezza di questa creatura, trasformando la passerella in sogno, fiaba, ma nell'ultima fashion week milanese questo piccolo miracolo tocca nuovi vertici. Lo show si svolge nel Palazzo della Triennale di Milano, lo stesso spazio teatro della mostra "Nulla dies sine linea" dedicata all'arte del designer sardo. Qui con una performance lunga un'ora e mezzo settanta tra performer, attori, ballerini e modelli camminano metaforicamente e letteralmente nella mente di Marras, tra disegni, schizzi, memorie, frammenti sovrapposti, decostruiti e ricontestualizzati come gli abiti che indossano. Incrostazioni di ricami, cuciture, pizzi, jacquard, chiffon, damaschi, broccati, porpora, ottone, piombo, oro, avorio, sabbia, giacche doppio petto,  pantaloni ampi. Il rigore dello stile militare incontra il romanticismo sotto l'ispirazione di Sergej Paradznov. Perchè per Antonio Marras: “occorre l’eccesso, l’eccentricità contro il luogo comune, la banalità e l’uniformità”.

#3 Marni


Da Marni debutta Francesco Risso, nuovo direttore creativo dopo il ritiro di Consuelo Castiglioni. Il suo esordio? Stropicciato, eppure intrigante. L'uomo mescola codici, materiali e stampe diversi, tratteggiando i lineamenti di generazione giovane e informale. Ci sono pantaloni trapuntati ed altri ampi e scozzesi, pull a righe portati sotto pellicce voluminose, camicie a quadri, casacche lineari con applicazioni in pelle e pelliccia, cinture da idraulico, forme che ricordano un pigiama e colori vividi. Dietro questa collezione come racconta lo stesso Risso "C'è proprio l'idea di guardare dal punto di vista di un bambino. Esplorare un codice binario. Un ragazzo preso a digitare sulla tastiera, una figura maschile dalla nuova virilità, un ragazzo tenero e vulnerabile".

#4 Neil Barrett


Per la collezione del prossimo autunno-inverno Neil Barrett rielabora la propria tradizione in chiave contemporanea. Il designer contamina la sartorialità con elementi dell'abbigliamento sportivo e nuove proporzioni: le giacche, che siano in  denim, doppio petto o da biker, si mescolano con i jogger pants, la maglieria con i cappotti dalle spalle esagerate. La palette si compone di toni del grigio, bianco e nero, spezzati da accenti di arancione, blu e rosso. L'ispirazione, che affiora dalle silhouettes stampate sui capi, arriva dagli anni 80, da gruppi come Cure and Siouxsie and the Banshees di cui Barrett era ed è fan.

#5 Sunnei


Sunnei, marchio fondato nel 2013 da Simone Rizzo e Loris Messina, realizza una collezione invernale giovane, gioiosa, iper rilassata e cool, definita dal duo di designer “l’immagine di un gruppo di ragazzi che scappano da casa per andare a un party indossando i migliori abiti del loro guardaroba”. E quali sono questi capi? Pezzi ultra contemporanei di buona fattura sartoria mixati con forme ispirate dallo street style e stampe grintose: maglie pesanti, cappotti di pelliccia, denim grezzo, tees grafiche, pantaloni a gamba larga e camicie di cotone oversize, nelle tonalit‡ pesca, giallo, oliva, marrone e blu.