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Intervista a Guillermo Andrade all'evento di 424 ospitato da Slam Jam

Il designer di Los Angeles si racconta

Intervista a Guillermo Andrade all'evento di 424 ospitato da Slam Jam  Il designer di Los Angeles si racconta

Lo scorso venerdì, Guillermo Andrade, il designer di Los Angeles fondatore di 424, è stato ospitato da Slam Jam Milano. La guest room dello store milanese ha aperto le sue porte ed ha raccontato la storia di Guillermo, giovane creativo pieno di energia, di grinta e voglia di condividere con il pubblico la sua sensibilità e la sua esperienza. L’ispirazione principale della collezione presente in store è l’arte, ed in particolare il suo racconto di quando, da piccolo, dipingeva insieme al padre.

Noi l’abbiamo incontrato e gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscere meglio lui ed il suo percorso!

Come è iniziata la tua carriera? 

La mia carriera è iniziata perché ero alla ricerca di qualcosa. Qualcosa che ancora non esistesse, così mi sono detto: perché non provare a farlo? Ho capito molto presto quale strada volevo intraprendere, avevo circa 12 anni, mi piaceva giocare a calcio e mi piaceva anche la moda.

Hai detto che ti piaceva giocare a calcio, cosa ne pensi del connubio moda/calcio sempre più presente nel panorama streetstyle?

Io amo il calcio, lo amo da sempre. Penso che i due mondi siano molto vicini, anche per giocare a calcio bisogna avere stile, specialmente se rivesti il ruolo di capitano. E chi da bambino non hai mai desiderato essere il capitano della sua squadra? 

Parlaci un po’ di 424.

Molte persone non lo sanno, ma ho chiamato il mio store 424 semplicemente perché è l’indirizzo di dove è collocato, non ha un particolare significato nascosto. Si trova a Los Angeles ed è un negozio multi brand, prima di produrre la propria etichetta che porta anch’essa il nome 424, sono trascorsi ben 5 anni dall’apertura.

Da dove derivano le tue ispirazioni? 

Mi piace raccontare storie quando creo qualcosa. Mi piace raccontare di qualsiasi cosa, potrei anche un giorno creare qualcosa che mi ha ispirato ciò che mi hai raccontato tu. Trovo che il dialogo sia fondamentale per un creativo, è necessario scambiarsi informazioni ed esperienze. Ogni giorno può accadere qualcosa che mi ispiri, anche se la maggior parte delle ispirazioni derivano dal mio passato, il rapporto con mio padre è stato davvero molto importante, così come tutti i ricordi che riguardano la mia infanzia.

Potresti definire il tuo stile?

Potrei definirtelo come il mio personalissimo stile, lo descriverei unicamente in questo modo.

Come mai hai scelto Slam Jam per la tua esposizione a Milano? 

La mia collaborazione con Slam Jam è iniziata molto tempo fa, quando hanno voluto comprare la mia prima collezione, ormai siamo amici! Sono davvero felice di poter collaborare e lavorare con loro, c’è molta stima tra di noi e ci supportiamo a vicenda. Preferisco sempre lavorare con un team che consideri quasi la mia seconda famiglia.