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Hello London #3 - Intervista alla fotografa Chloe Sheppard

Parlando di femminismo, Instagram e sogni americani

Hello London #3 - Intervista alla fotografa Chloe Sheppard Parlando di femminismo, Instagram e sogni americani
Chloe Sheppard. Ph. Francesca Milano
Fotografo
Chloe Sheppard

Con un debole per le rose, Lana del Rey e quel fascino proprio di un’America d’altri tempi, Chloe Sheppard è una delle fotografe più interessanti in circolazione nel vasto panorama artistico di Instagram.

Chloe ha 19 anni ed è una fotografa autodidatta devota ai rullini 35 mm che negli ultimi mesi ha richiamato l’attenzione di brand e testate importanti per la sua estetica sognante e naturale (leggasi: photoshop-free), che si inquadra alla perfezione in quel filone di immagini prodotte dalle militanti della quarta ondata femminista: un'ode all’essere una ragazza, ad alto tasso di specchietti, glitter, fronzoli, vinili e atmosfere nostalgiche.

Questo weekend io e Chloe ci siamo incontrate a Shoreditch per chiacchierare di fotografia, Instagram e ‘femminismo da Tumblr’. 

Chloe Sheppard. Ph. Francesca Milano
 

#1 Come hai iniziato con la fotografia?

Portavo sempre una fotocamera a scuola e facevo foto ai miei amici in pausa pranzo. Il padre della mia migliore amica è un fotografo, ero a casa sua e facevo foto al gatto e lui mi ha prestato una delle sue fotocamere. Ho fatto un close-up e sono rimasta davvero stupita. Da quel momento ho iniziato a fotografare fiori, a assemblare gioielli e altri oggetti in modo artistico nella mia camera e a fare foto in quel modo. Quando sono passata all’analogico ho iniziato a fotografare le persone e da lì è iniziato tutto.

#2 Da dove prendi ispirazione?

Guardo un film, vedo una scena e penso ‘E’ stupenda, voglio provare a ricrearla nella mia fotografia’. Dazed & Confused, per esempio, è così anni '70 e vorrei che tutto il mio lavoro fosse come quel film! E’ lo stesso con la musica. Spesso ascolto una canzone e nella mia testa mi immagino un video che l’accompagni. I video sono qualcosa che vorrei provare, ma la fotografia è più facile per me e cerco di tradurre il testo della canzone in una foto e crearci un progetto intorno. A volte alle mie foto aggiungo anche citazioni prese da testi. Sta tutto nel creare una sorta di mondo ideale, con i testi, le foto, tutto quello che ne fa parte. Poi trovo le persone con cui vorrei lavorare e gli propongo l’idea. Con Instagram è perfetto, se non conosco nessuno di adatto per quel progetto, chiedo lì se qualcuno è interessato. La gente risponde, la gente vuole sempre essere coinvolta.

#3 Sei anche molto ispirata dagli Stati Uniti.

Tutti i film che guardo sono degli anni ‘70 e ambientati in America. L’America dei miei sogni è quella degli anni ‘70, o almeno il modo in cui è rappresentata. Tutto quello che amo è in America, è come se una parte di me fosse là. Il sogno della mia vita è vivere a New York. Ci sono tornata l’anno scorso e ho incontrato degli amici. E’ da lì che vengono alcune delle mie migliori fotografie. Quel viaggio ha cambiato tutto.

#4 La tua amica Sylvie è in molte delle tue foto. Come l’hai conosciuta?

Ho trovato Sylvie su Instagram un anno fa e le ho scritto dicendole che volevo scattare insieme. Abbiamo organizzato tutto e scattato in un giardino di rose. Allora aveva solo 15 anni! Abbiamo molte idee in comune e non succede con molte persone. E’ per questo che scattiamo insieme così tanto, siamo sulla stessa linea d’onda, sappiamo cosa ci piace. E’ la mia musa. Abbiamo fatto 10 shoot insieme e ormai i brand, come Me & You ad esempio, mi chiedono specificamente di scattare Sylvie.

#5 Hai avuto altre collaborazioni nate attraverso Instagram?

Quasi tutto quello che ho fatto l’ho fatto grazie a Instagram. E’ quel che ha dato inizio alla mia carriera. Ho scattato per adidas, e i magazine mi contattano per via di Instagram. E’ triste perché adesso che ho qualche migliaio di followers la gente vuole scattare con me, mentre prima, quando ne avevo 500, nessuno voleva farlo perché pensavano ‘Non sei nessuno’. E’ piuttosto squallido. Ho pensato ‘Dovrei smetterla di postare le mie foto’ così tante volte, ma alla fine ce la fai e ne vale la pena.

#6 Fai parte di una piattaforma ‘for girls by girls’, Girlfriends Gallery. Come è nata?

Io e Ashley [Armitage], ci seguivamo a vicenda su Instagram da sempre. Quando l’ha creata mi ha chiesto se poteva includere il mio lavoro e tutto è nato da lì. Ci sono così tante artiste di talento! Non è che vogliano contrastare i ragazzi, vogliono solo provare ad avere uno spazio che sia unicamente dedicato alle ragazze, perché non ce ne sono abbastanza.

#7 Volevo proprio arrivarci, perché ci sono molte discussioni intorno al cosiddetto ‘femminismo da Tumblr’, riguardo al fatto che le immagini promosse siano tutte incentrate su teenagers, con un’estetica un po’ alla Lolita, tanto glitter, tanto rosa… Molti lamentano il fatto che sia diventato un trend e si chiedono perché ci siano ancora così tante piattaforme ‘girls-only’, che escludono gli uomini dalla conversazione sul femminismo. Tu cosa ne pensi?

Le persone troveranno sempre qualcosa di cui lamentarsi. Ci sono così tanti posti dove i ragazzi possono esporre il loro lavoro, si tratta solo di volersela prendere con l’unico progetto che non lo permette. Posso capire il loro punto di vista, ma se anche i ragazzi ne facessero parte e si chiamasse ‘Girls and Boyfriends Gallery’, sarebbe esattamente come ogni altro progetto. I magazine sono fatti sia da uomini che da donne, ci sono già così tante cose… Gli ultimi anni sono stati molto importanti per le artiste, soprattutto per giovani artiste nate sui social media. Vogliamo solo aiutarci a vicenda in ogni modo possibile. E’ una vera e propria comunità, non c’è non rivalità, non c’è gelosia. Penso che sia una cosa così positiva.