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Perché il Fast-Fashion è più veloce della Moda?

E altri quesiti sulle catene low-cost

Perché il Fast-Fashion è più veloce della Moda? E altri quesiti sulle catene low-cost
Gucci vs Mango
Céline vs Zara

Quante volte vi è capitato di vedere da Zara un paio di scarpe identiche a quelle di Céline? O un vestito molto simile a quello dell'ultima collezione di Stella McCartney? E, guardandoli, quante volte avete pensato: “Come hanno fatto ad averle già in negozio?” Ma, soprattutto, quante volte vi siete domandati perché questo plagio non sia illegale? 

Oggi è il vostro giorno fortunato perché proverò a rispondervi.

Un passo alla volta: come fanno le catene di fast-fashion ad avere in negozio i capi delle collezioni appena uscite? 

La risposta è semplice. Le catene di abbigliamento come Zara e H&M hanno sviluppato strategie di coolhunting rapide ed efficaci, che gli consentono di individuare immediatamente i pezzi chiave di una collezione, cioè quelli che faranno tendenza, per poi riprodurli e metterli sul mercato in breve tempo. 

Céline vs Zara

Questo è uno dei punti di forza delle aziende di fast-fashion, ovvero la loro capacità di soddisfare la continua domanda dei clienti di trend e capi sempre nuovi. Perché aspettare sei mesi per avere la borsa di Balenciaga che abbiamo visto su Nowfashion.com, quando possiamo averne una simile, ma di Zara? E che costa molto, molto meno dell'originale, tra l'altro.

Ovviamente viene subito spontaneo pensare allo sfruttamento della mano d'opera che si cela dietro alle catene di abbigliamento low-cost, che gli permette di mantenere i prezzi bassi e una rapidità della produzione costante. Ma questo è un lato oscuro che affronteremo un'altra volta.

Passiamo al secondo punto: perché la legge non sanziona il plagio messo in atto dalle catene low-cost? 

In poche parole, la legge americana del Copyright Act non tutela gli interessi degli stilisti. Diversamente da altri paesi, negli Stati Uniti la legge non è interessata a proteggere il campo dell'abbigliamento e degli accessori, permettendo così la libera riproduzione di materiale apertamente ispirato a capi di lusso. 

Inoltre, per alcuni brand avviare una causa legale contro le catene di fast-fashion sarebbe troppo dispendioso, una spesa che preferiscono non affrontare.

Emerge un nuovo quesito: tutto questo è davvero un problema per l'industria della moda di lusso?

Non credo. Personalmente ritengo che i negozi di fast-fashion mirano a target diversi da quelli delle grandi maison di moda. Chi può permettersi di comprare da Prada difficilmente farà acquisti da H&M e vicerversa. La vera minaccia, piuttosto, risiede nella velocità delle negozi low-cost di offrire subito i trend che i clienti desiderano. 

Dopo il colpo iniziale, i due mondi sembrano aver trovato un giusto equilibrio, grazie anche alle nuove abitudini di shopping dei clienti, propensi a variare il loro guardaroba con diversi brand e più critici nei loro acquisti. 

Le molteplici collaborazioni tra i grandi stilisti affermati e le catene low-cost ne sono una prova. Come a dire: se non puoi sconfiggere il nemico, fattelo amico.