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The 5 Best Things about New York Women Fashion Week FW15

Give me Five

The 5 Best Things about New York Women Fashion Week FW15 Give me Five

Ogni Fashion Week è una battaglia.

I designers schierano le loro creazioni, sfoderano il loro talento ed il loro coraggio, scegliendo a quale divinità chiedere protezione, a quale rendere omaggio. Qualcuno cuce un'ode al punk, un altro si ispira alla sensualità degli scatti di Peter Lindberg o al suggestivo Marocco. Ogni Fashion Week è una battaglia. Questi sono i nostri vincitori della NYFW appena conclusa.

#1. Rodarte

Ricreare il sentimento degli uccelli che migrano, abbandonando la città per luoghi più rurali. Questo quadro in movimento che le sorelle Mulleavy cercano di ricreare con la collezione appena presentata a NY si traduce in una pioggia di piume, pizzo e paillettes.

In passerella sembrano tornati i tardi anni '70, quelli della disco, quelli di una femminilità decisa e seducente. I leggings aderenti in nappa con inserti in pizzo si indossano con bluse in seta, gli abiti multicolore scintillano, creando raggi di lamè e glamour.

Rodarte lascia da parte i dettagli eccentrici, come i riferimenti allo spazio o a Star Wars delle collezioni precedenti, per una collezione più urbana, decisa, ma sempre personale.

#2. Tommy Hilfiger.

Tommy Hilfiger trasforma il New York Armory su Park Avenue in uno stadio di football. Per celebrare i 30 anni di attività lo stilista torna al 1970, a Love Story e dichiara il suo amore alla sua protagonista Ali McGraw. Ricrea l'universo dei college americani, rivisitandolo con i codici ed i colori del brand. Sport e lusso convivono nei bomber, nelle pellicce, nei poncho, nelle minigonne a pieghe e nelle giacche varsity.

#3. Proenza Schouler.

La nuova sede sulla High Line del Whithney museum si riempie dell'arte firmata da Jack McCollough e Lazaro Hernandez

Tagli, orli e silhouettes reinterpretano i lavori di Helen Frankenthaler e di Robert Morris. L'espressionismo astratto degli anni cinquanta e sessanta e le donne impellicciate che frequentavano le mostre diventano moda e si vestono di lana. 

Gli strappi sul feltro dello sculture minimalista  rivivono nei pesanti cappotti, negli abiti, nelle mini a pieghe sforbiciate, mentre le cromie della pittrice avvolgono tutto. Lembi di stoffa, annodature sono i sigilli di una collezione materica, ricercata, l'ennesima conferma del talento del duo Proenza Schouler.

#4.HBA

Mentre gli occhi della scena internazionale della moda sono tutti puntati su Shayne Oliver, il promettente talento continua la sua esplorazione del concetto di genere.Questa volta la sua ricerca tra ambivalenze e ambiguità diventa a tal punto teatrale da sfiorare l'inquietante. 

Nessuna connotazione sessuale, ma abiti unisex: giacche, gonne, pellicce, abiti in jersey, pantaloni stile kendo. Olivier crea il suo streetstyle personale, reinventa proporzioni, aumenta i volumi, moltiplica le sovrapposizioni.

A rendere tutto più drammatico i volti dei modelli, nascosti, come rapinatori, da calze con sopracciglia e basette disegnati col pennarello.

#5.Lacoste.

"Renè did it first." Non solo un designer, non solo il vincitore di una Coppa Davis, ma un pioniere, così Felipe Oliveira Baptista descrive il fondatore del marchio. A lui ed allo sport che preferiva, il tennis, è dedicata l'ultima collezione.

Dagli archivi Lacoste riemergono le silhouette degli anni '30 e i colori dei '70s regalando equilibrio ai contrasti, alla sartorialità, alle righe, alle fantasie. Ogni look sembra uscito direttamente dai "Royal Tenenbaum" di Wes Anderson, rendendo la collezione un piccolo gioiello di eccentricità.