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One Block Down Interview

The best sneakers shop in Milan

One Block Down Interview The best sneakers shop in Milan

Con lo stesso entusiasmo con il quale aggiungeremmo un posto a tavola per far spazio ad un amico in più, siamo felicissimi di dare il benvenuto ai ragazzi di One Block Down nel network di nss magazine.

Una realtà giovane, fresca e dinamica come quella dell'iconico sneaker shop milanese, si sposa perfettamente con la nostra concezione dello streetwear e siamo quindi più che sicuri che la combo nss-OBD sarà cosa più che apprezzata.

...Ma One Block Down non è solo un negozio. È prima di tutto un progetto che nasce da una radicata e profonda passione per il mondo delle sneaker e per la cultura ad esse legata. Artefice e creatore di tutto ciò è Patrizio, con il quale abbiamo scambiato due chiacchere. 

#1 Ciao Patrizio, da dove sono nate idea e concept alla base di Oneblockdown?

L’idea di OBD nasce grazie alla storia delle sneakers. Le prime scarpe che hanno abbandonato il play ground per andare in strada furono quelle da basket. Prima con converse e poi con adidas quello che scatenò il cambiamento avvenne con Jordan negli anni 90. Quindi tutto l’immaginario del play ground newyorkese con le reti metalliche, il canestro e i caratteri bold furono la base del concept di One Block Down.

#2 Quando è iniziato il tuo amore per le sneakers?

Il mio amore per le sneakers è cominciato quando avevo circa 6 anni. Alle scuole elementari nel pieno degli anni 90 avevamo una banda a cui poteva accedere solo chi indossava nike ed eliminava chi indossava adidas. Il must have era sicuramente Jordan anche perché tutti militavamo nelle giovanili della Virtus Latina e quell’epoca Michael Jordan era un mito che non potevi non seguire, in campo e fuori, quindi aspettavamo le release annuali che rappresentavano il massimo dell’evoluzione in fatto di scarpe da basket. Il paio nuovo lo usavo per giocare solo le partite, il paio vecchio per gli allenamenti e quello ancora più vecchio sotto i jeans. Forse all’epoca ero uno dei più precoci che quasi dava più importanza al look e alle scarpe che non al gioco in sé, infatti eccomi qua.

#3 Ti ispiri a qualcuno in particolare nelle tue scelte di buying?

Il mio buying è guidato dalla cultura che ho e che costruisco nel tempo, spesso quello che piace a me non è proprio il cavallo su cui puntare ma ho imparato che alcune scarpe o colorazione incontrano il gusto popolare, poi lascio sempre un po’ di budget per me e per i miei amici.

#4 Hai inizialmente avuto difficoltà nel richiedere ai brand i loro pezzi da tenere in magazzino?

A Milano nel 2009 nessuno vendeva Jordan ed eravamo orfani di uno dei negozi che più ha influenzato la scena milanese, Quinto Round in corso Matteotti. Così decidemmo di aprire One Block Down ma non fu facile. Le aziende in Italia non sapevano relazionarsi con negozi di sneakers come il nostro. Il vero lavoro si svolgeva nelle catene, Foot Locker o AW Lab ex Athlets World. Le nostre richieste delle release che uscivano oltreoceano erano incomprese e le selezioni del prodotto che arrivava in Italia non ci soddisfava, quindi decidemmo di importare un po’ di scarpe dall’estero facendo una ricerca prima dell’apertura in città chiave per la sneaker culture all’epoca molto più attive rispetto alle città italiane come Tokyo, Barcellona, New York, Parigi e Los Angeles. Questo ci ha portato ad avere una selezione di prodotti senza eguali ai tempi, magari tutti si ricordano la Nike Air Yeezy autografata da Kanye West quando ci fece visita.

#5 Quali sono le tue maggiori soddisfazioni legate al progetto OBD?

Le soddisfazioni arrivano tutti i giorni in un’attività in cui metti passione, certo mi ricordo ancora quando mi dividevo tra il mio vecchio lavoro e il negozio per portare avanti l’attività o quando mettevo le mani nelle mie tasche per pagare le bollette perché il negozio non riusciva a pagarle. Ora di certo è una soddisfazione vedere che ci sono ragazzi che a volte si offrono di aiutarci solo ed esclusivamente per l’amore della causa. Un’altra cosa di cui sono veramente fiero è che One Block Down non è solo un progetto retail ma a volte sfocia nel sociale perché molte persone si ritrovano nel nostro negozio per fare chiacchiere con amici e con gente che ne sa del settore, questa forse è la forza di noi e dei negozi come i nostri, che danno qualcosa in più rispetto ai blasonati size?, Foot Locker e AW Lab.

#6 Negli ultimi tempi, la lente d'ingrandimento del mondo della moda si è posata sulle scarpe da ginnastica. Il matching sneaker-high fashion è sempre più comune e tutto ciò non ha fatto altro che rendere sempre più consistente la domanda nel settore. A cosa pensi sia dovuto questo fenomeno?

Il fenomeno sneakers ha sempre influenzato la moda soprattutto la cultura street, basti pensare ai run dmc con la hit My adidas, oppure marchi come Fila e Reebok utilizzate dai supporter delle squadre di calcio inglesi oppure Jordan da tutta la scena Hip Hop e la subculture createsi nelle periferie, raccontate da autori come Spike Lee. La differenza, oggi, è che lo streetstyle dopo 30 anni in sordina sta influenzando l’high fashion. Inoltre c’è da dire che l’high fashion si trova oggi in un momento di crisi e che quindi l’avvicinarsi allo street possa far si che si acquisiscano più facilmente nuovi consumatori e fasce di mercato mai raggiunte prima o con i pessimi tentativi delle seconde linee ormai morte per quasi tutte le griffe. Forse questo fenomeno è avvenuto anche nel sociale, nell’epoca della globalizzazione e delle crisi mondiali, anche la classe privilegiata sposta il suo interesse in brand sportivi che costano meno e si abbinano molto bene agli outfit fashionisti. Ricordo, inoltre, che personaggi influenti come Kanye West per la scena street che collaborò con Louis Vuitton nel 2007 o, nello stesso anno, Marc Jacobs, allora direttore creativo di Louis Vuitton, diede vita ad una collaborazione con Vans. Così facendo diedero inizio al mix e alla contaminazione tra street e High Fashion fino ad arrivare ad oggi in cui aziende come adidas fondano intere linee dedicate con noti designer, come Yohji Yamamoto o Stella McCartney oppure Nike che collabora attraverso il suo Lab con Riccardo Tisci e Hiroshi Fujiwara. Ed ecco che i modaioli arrivano numerosi ma le sneakers sono un’altra cosa.

#7 Quale collaborazione vorresti si realizzasse in futuro?

Non credo più alle collaborazioni tra negozi e brand, ma se qualche marca ce la dovesse proporre sicuramente accetteremo di buon grado.

#8 Guardiamo in avanti: cosa pensi che attenda Oneblockdown? Quale sarà il suo futuro?

È una domanda molto impegnativa. One Block Down è più un laboratorio creativo che un negozio. Diamo consulenze d’immagine e comunicazione. Magari sarebbe carino ampliare la nostra rete di vendite.

#9 Se ti dicessero: scegli una sneaker da indossare per tutto il resto della tua vita, quale sarebbe?

La sneaker che potrei indossare per tutta la vita è la Nike Air Zoom Spiridon lanciata nel 1997.

#10 Consigli per gli acquisti: la sneaker più fresca per la prossima stagione? 

Per la prossima stagione sicuramente sarà la Nike Huarache NM con uno shape totalmente rinnovato.

 

...e se nell'attesa voleste per caso ampliare la vostra collezione di sneaker, il nostro consiglio è quello di fare un salto negli shop One Block Down - in Corso XXII marzo e nella nuova sede Brian&Berry Building in Via Durini 28. Sicuramente vi troverete nel posto giusto e al momento giusto per un acquisto bomba.