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Farah Vintage: il casual wear che ha conquistato l’Inghilterra

Farah Vintage: il casual wear che ha conquistato l’Inghilterra

Facciamo un bel salto negli Stati Uniti anni ‘20.
Siamo all’ombra della grande mela, dove Mansour Farah si è recato per imparare a creare t-shirt.  L’esperienza è positiva, lui apprende rapidamente, tanto che sempre in quegli anni, apre ad El Paso, una piccola fabbrica dove produrrà camicie blu, a trentacinque centesimi l’una.
I giorni passano e si arriva agli anni ’30. Il governo americano chiede di produrre abiti da lavoro e Farah pronto, risponde diversificando la produzione; nel ’35 realizzerà oltre al denim, anche pantaloni e camice cachi.
Negli anni 40, invece, gli Stati Uniti sono in guerra – come tutto il mondo, del resto- e Farah per mantenersi, converte la sua produzione in abbigliamento militare.

Finita la guerra, epoca di restrizioni e carestia, finalmente scoppia il boom economico. E Farah, nuovamente, cavalcando l’onda dei tempi, decide di immettere sul mercato i suoi prodotti, venedendone il 50% alla Jc Perse, Serse e MontGomery Ward, l’altro con il proprio marchio: The Gold Farah Label.

Passano gli anni, l’azienda si consolida, incamerando il modello e lo stile di vita americano e si giunge agli anni ’70.La Farah è ormai cresciuta ed è pronta a divenire la principale azienda leader nella vendita di abbigliamento casual del Regno Unito, dove intanto ha aperto una struttura gettonatissima. Forieri di grandissime novità, gli ’80 vedranno la nascita della linea donna e l’imposizione dei prodotti Farah come divisa dei giovani inglesi del tempo. Si arriva ai novanta, l’enfasi si sposta sulla qualità e sul marketing: la Farah diventerà il brand amato dai musicisti indipendenti e lo sponsor dei campioni dell’epoca: da David Coulthard a Lewis Hamilton. Infine gli anni zero, con Agyness Dean e Paolo Nutini a fargli da ambasciatori e i retail più famosi (Selfridges e Urban Outfitters) a diventarne i distributori ufficiali.

Ma, perché questo bisogno di raccontarvi, per filo e per segno, tutta la storia del marchio? Semplice, perché La Farah per questa primavera si è guardata alle spalle. Ha sbirciato nell’archivio, spulciato nella sua storia e lanciato una collezione 2010, che riparte proprio dalle sue radici, ricche di esperienza e di cose da raccontare. Soprattutto gli iconici Ottanta, sono stati rivisti, per una linea che ripropone classici senza tempo, miscelando le influenze smart casual con quelle provenienti dal mondo sportivo.

Una Brand Heritage, che ripartendo dai modelli del successo, delinea una silhouette più morbida e rilassata, fatta di camice e pantaloni dalle forme meno rigide e dalla buona e confortevole vestibilità.

Anche i tessuti e le fantasie, appartenenti al passato, ottengono nuova vita e tutto - dai gilet di maglia alle polo, dai cardigan ai pantaloni di cotone, le giacche ecc.- conserva quell’accento di uno stile autentico che è piaciuto nel corso dei secoli a gruppi giovanili come i Mods, gli Skin, i Rockabillies, dal 1920 ad oggi. E ancora, ci piacciono di Farah, i colori, le nuance, i modelli di giacca da preppy uniti alle tute sportive da protagoniste del serial “Saranno famosi”, ci piacciono i tagli netti da Mods, l’animo bristish dei capi.

Aggiungere a piena voce, infine, che i capi sono anche accessibili ai più, grazie ad unsuperbo equilibrio tra qualità e prezzo, ci sembrerebbe esagerato. Quindi, ve lo scriviamo solamente… Così come non vi “diciamo” che in Campania in esclusiva possiamo trovarli in vendita da Maira Concept, a Santa Maria Capua Vetere. SHHHH!