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The Relations secondo Pablo Freda

Tra moda e arte con "Home Alone" per la seconda issue di Edicola

The Relations secondo Pablo Freda Tra moda e arte con Home Alone per la seconda issue di Edicola

In occasione della release della seconda issue di EdicolaThe Relations, abbiamo intervistato i suoi protagonisti.

#1 Qual è la prima immagine che ti viene in mente quando senti la parola "relazioni"?

Mi viene da pensare subito a fotografi come Nan Goldin, Ed Templeton o Depardon. Più che a un immagine statica preferisco pensare a una carriera.


Così scopriamo Pablo Freda, uno dei fotografi che ha preso parte a questa nuova issue di edicola. Freda non si sente un creativo ma nei suoi lavori è impossibile non percepire un'estrema eleganza nonché quel gusto impeccabile che lo contraddistingue. Lo si potrebbe definire un talento naturale. Nei suoi scatti per Edicola il fotografo si mette a nudo cercando di andare a fondo e di scavare in quello che è il tema delle relazioni, tematica la cui mise en scene risulta estremamente complessa quando inserita in un contesto di fashion photography. Freda gioca con una serie di parallelismi, tra moda e arte, statua e persona, statico e dinamico, sfocandone i confini con Home Alone.

 

#2 Come definiresti la relazione che intercorre tra creatività e web?

In un certo senso, il web è una risorsa enorme che ti permette di entrare in contatto con opere d’arte di qualsiasi tipo ed epoca! Ogni giorno si può scoprire un nuovo artista ed è una cosa incredibile… la verità però è che, d’altro canto, dimentichiamo più velocemente ciò che vediamo a causa del bombardamento di informazioni costante. Molti artisti vivono costantemente sotto pressione a causa dei social network e dei “like”. Questi diventano per alcuni uno strumento di valutazione della loro carriera. Penso comunque che a volte che la pressione sia un bene per la creatività e ti aiuti ad andare più a fondo nelle cose.

 

#3 Carta vs digitale... 

Al giorno d’oggi ogni magazine ha bisogno di internet. Il web è utile per costruirsi un pubblico ma capisco il fascino e il desiderio di avere un prodotto cartaceo. L’oggetto di per sé è splendido e incredibilmente potente, lo puoi toccare, annusare... questo fa la differenza. Tutt’ora io preferisco stampare i miei scatti, mi sembra che su carta guadagnino un’altra dimensione.